#3 Una guida professionale

L’incontro fu molto piacevole: Vittorio si dimostrò cordiale, empatico, professionale e mi rassicurò. Avevo un ottimo curruculum, che poteva essere speso anche nel 2015, e l’età non era un problema. Tra tutte le diverse competenze, ottime per una figura di staff, era consigliabile, però, scegliere su cosa puntare, cosa potenziare, e muoversi nella ricerca di una nuova occupazione nel settore che avrei scelto.
Già, su cosa puntare.
Cosa voleva davvero fare nel prossimo futuro? Mi ero sempre mossa nel campo del nonprofit, sia in ruoli  operativi sia in ruoli a supporto del sistema. Ora i temi del nonprofit, della necessità di nuovo modello economico, di innovare modelli, pratiche e servizi sociali, erano in cima all’agenda europea. Era, dunque, il momento adatto a rafforzare queste competenze e proporsi come consulente di innovazione sociale.
A conferma di ciò, vedevo che tutti intorno a me parlavano solo più di Innovazione Sociale (Social Innovation, veramente, che dirlo all’inglese suonava già innovativo) e della necessità di innovare, spesso rottamando anche ciò che funzionava benissimo. Improvvisamente, tutti scoprivano l’innovazione sociale, e tutti diventavano esperti di innovazione sociale. Vedevo moltiplicarsi le iniziative, tutte con lo stesso timbro, lo stesso format, gli stessi linguaggi. Tutti andavano nella stessa direzione facendo a gara per emergere, possibilmente da soli (come santi o eroi), nella smania di essere i primi innovatori.
E io? Dove ero io? Cosa volevo fare? Volevo davvero partecipare alla gara per “esperto più esperto di innovazione sociale”? Volevo davvero continuare a frequentare riunioni interminabili ed eventi in cui si continuava a “parlare”?
No, non ne ero affatto sicura. E allora, da dove volevo ripartire?

Il confronto con Vittorio mi aiutò a dar voce a quelle domande e rafforzò in me la consapevolezza di aver bisogno di un aiuto per formulare un bilancio di competenze, e mettere a fuoco, così, le competenze che intendevo valorizzare.

Un’ora e mezza dopo, uscii dal suo ufficio un poco più serena e fiduciosa, determinata a esplorare nuove opportunità e con un numero di telefono in tasca, quello di Danila.

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