9 giugno, ore 8,30: ero pronta per cominciare il percorso. Era passato quasi un mese da quando l’avevo contattata e Danila aveva pensato che non avessi accettato la sua proposta. Invece, a fine maggio l’avevo cercata ed ora eccomi lì.
Avevo iniziato la cassa integrazione da qualche giorno e mi sentivo un po’ spaesata ma determinata ad agire, a esplorare nuove strade. La cassa integrazione è un tempo sospeso, che mette in gioco tutte le tue certezze lavorative; è il tempo del dubbio, della crisi , della precarietà e dell’incertezza sul futuro, ed io volevo sfruttare l’occasione per riprogettare seriamente i miei secondi 50anni.
Mi aveva preceduto un questionario di 6 pagine che Danila mi aveva inviato, insieme alla proposta di percorso, dopo il nostro primo contatto e che mi aveva guidata nel fare il punto sulla mia realtà lavorativa, sulle motivazioni al cambiamento, sulle mie aspettative, su chi ero io come professionista ma anche come persona, e, aspetto fondamentale, mi aveva obbligata a mettere tutto ciò nero su bianco.
Danila partì da lì per guidarmi, incontro dopo incontro, in un percorso di presa di coscienza ed accettazione della mia storia, aiutandomi a rileggere in positivo tutti i passaggi cruciali e le scelte, a volte sofferte, che avevo compiuto in 30 anni di attività professionale.
Mi aiutò a mettere a fuoco tutti i tasselli, personali e lavorativi, gli studi, i ruoli che avevo ricoperto, i valori che mi guidano, le abilità e le competenze acquisite: tutti elementi che avevano contribuito a costruire la laurasacco del 2015.
Via via che il percorso procedeva, mi rendevo conto che, pur non rinnegando nulla del passato, ero invecchiata, cioè avevo perso molta della spinta innovativa e dell’entusiasmo che mi avevano sempre caratterizzato nel lavoro in ambito sociale. Era come se fossi spenta, come se non mi sentissi più coinvolta, come se stessi ai margini ad osservare gli altri, con un sorrisino stampato sul volto rassegnato (stile umarell, insomma ;D). No, proprio non era da me. Era necessario che ritrovassi la mia forza vitale, la mia energia positiva e la voglia di crescere, migliorare, imparare. Avevo bisogno di novità.
Sinceramente non ricordo a che punto venne fuori l’idea, probabilmente si insinuò lentamente e piano piano prese forma. Ricordo, invece, la domanda di Danila: Perché non sfrutti la tua capacità ad usare il computer e la tua passione per internet e non le trasformi nel tuo business?
Il seme era stato gettato e a poco a poco prese forma e diventò piantina: aiutare le persone a usare meglio il computer e a navigare in internet in modo consapevole. Ecco la soluzione che univa la mia esperienza nella relazione d’aiuto, la mia capacità di analisi, con la mia passione: il computer. Ma non volevo insegnare in modo saccente e distaccato, volevo accompagnare, guidare, far diventare autonome le persone. Volevo condividere la mia conoscenza, facendo un pezzetto di viaggio con le persone con cui avrei lavorato.
Sarei stata una mentore, ecco, una mentore digitale.